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Opere

La disciplina della mano:

gli anni '30-'40, il rigore borghese, la raffinatezza del ricamo, i colori del dipinto, un amore attento e struggente per la bellezza che si esprime in infinite forme.

Gli anni '50-'60: l'energia nata da una terra profonda e antica, che da umidi e grandi pani di argilla trova espressione ed esperienza in grandi pannelli di ceramica lucenti, di smalti rossobruni.

Gli anni '70-'80: la delicatezza dei punti che trafiggono la tela antica

per cercare il cuore femminile.

Gli anni '90-2000 un'estenuante e sempre verde ricerca espressiva, lunghi, lunghissimi anni di lavoro in un mondo di uomini: mia madre.

 

Annamaria De Benedictis

marano nello studio.jpg

Franca Maranò nel suo studio a Bari. Foto di Angelo Saponara.

La Ricerca Pittorica

 

"La pittura come testimonianza del proprio vissuto: è questa la traccia che possiamo offrire per leggere le tele di Franca Marano, punti di vita, che rivelano nel loro articolarsi le tracce del percorso esistenziale di un individuo, di una generazione, di una professione quella dell'artista, e di un sesso. quello femminile, ancora oggi sottostimato e non di rado  oppresso."

(Lia de Venere, 1998)

Le Ceramiche

"Non credo che si possa parlare delle ceramiche di Franca Maranò con cordiale disimpegno, come per oggetti relegabili nella sfera, pur nobile, dell'artigianato o della decorazione. Pannelli, vasi, piatti, piastre della Maranò rivelano invece forza plastica, vitalità di materia e ricchezza di segno che ne fanno opere con autonoma dignità. Un incontro complesso di cultura e di sensibilità: segno autentico di personalità."

(Pietro Marino, 1968)

La Sottrazione del Colore

"La mia pittura è un impegno teso a fissare un'immagine di estensione indefinita per realizzare uno spazio psichico, nell'intenzione di una verità che esuli dal meditate. Lo spazio, da struttura dimensionale otticamente reale e tangibile sulla tela, si trasfonde in idea permeata di continuità in cui l'originario germe dell'essere partecipa al sense dell'infinito con la luce. Insieme essi si completano nel segno nel quale il peso si annulla, ed il segno libera eco di impulsi interiori, cadenza naturale di ritmi profondi, che infrange i vincoli di materia e di tempo e si offre come presenza mistica da cui scaturisce puro, in primordiale armonia di temi."

(Franca Maranò, 1969)

Gli Allumini

"L'idea del moto traspare dall'evidenziarsi di forme che si animano per linee di forza, tra loro variamente attratte o ripulse, riportate in una pluralità di opere affinchè l'azione, non costretta nell'ambito di uno spazio singolo e delimitato, viva in continuità ideale. Supporto materiale atto a consentire la tipicità del concetto è l'alluminio in lamina che, conservando presenza di sostanza supera lo stato inerte per rendersi esso stesso partecipe del segno, nell'intenzione di una equilibrata ragione esistenziale portata a superare ogni condizionamento tecnologico disumanizzante."

(Franca Maranò, 1971)

Il Recupero del Cucito

"La mia ultima operazione è stata realizzata meditando comportamenti orientati su motivi di trame cucite, per una precisa scelta mentale. L'operazione stessa si riconduce ad un più stretto rapporto tra l'attività artistica e la realtà esterna, tramite il recupero del lavoro con l'ago, ormai abbandonato a causa dell'espansione industriale. Mi sono avvalsa, perciò, degli intrecci di ordito, anche per cercare di arrivare ad una interpretazione dei motivi dell'ansia moderna, riportandomi così ad una attività di ieri per intendere la tensione di oggi."

(Franca Maranò, 1976)

Gli Abiti Mentali

"Dagli abiti bisogna partire per ricordare le tappe salienti della sua produzione. Aveva cominciato a esporli nel 1971: vestimenti di tela di sacco indossati dalla stessa artista o a disposizione del pubblico, tagliati a foggia di saio, archetipi anche nel modello, abiti, manufatti tessili e, per estensione, perfino una nuova pelle con cui mostrarsi o, viceversa, nascondersi."

Il Colore Ritrovato

"Lavori di grandi dimensioni fioriscono di pensieri delicati, sottili ironie, intelligenti provocazioni. Gli abiti men tali dell' artista si incarnano finalmente nella piacevolezza dei sentimenti, nell'eterno fluire del tempo, nel calore infuocato delle passioni. Ragione e Desiderio sono i due poli intorno a cui Franca Maranò costruisce le vesti preziose dell'arte che risplende di infinite verità. Le opere brulicano di una vita inconsueta, di gioie trepidanti, di innocenti freschezze: i toni soffusi dei rosa rischiarano le immagini

e anche la morte appare dipinta di luce."

(Santa Fizzarotti, 1983)

I Saccenti

"Il segno grafico della Maranò assume preminenza sugli altri elementi compositivi ed è sostanza e struttura di immagini il cui interesse è tutto condensato in una realta dissacrata dall'ambiguo mondo dell'uomo. Questa dissacrazione viene visivamente evidenziata attraverso la trasfigurazione dei personaggi, i cui gesti sono analizzati nelle loro diverse espressioni di arroganza, di sarcasmo, di ribellione, di rivalità e fors'anche di paura."

(Filiberto Menna, 1985)

Il Lavoro a Maglia

"Il tema della mia opera si riferisce al mio stato di donna matura che infilza la tela con uno strumento prettamente femminile, riandando al passato, alle sue attese, alle sue delusioni, ai momenti felici ed ai pensieri che purtroppo si affacciano alla mente."

(Franca Maranò, 1999)

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